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"La Ragazza con l'Orecchino di Perla"

Vermeer - Perché siamo attratti dalla Ragazza con l’orecchino di perla? Ce lo spiega la Psicologia!


Il volto girato, lo sguardo che coglie lo spettatore dietro di sé, senza affrontarlo direttamente con l’incontro degli occhi. Alcuni quadri – al di là dell’abilità pittorica di chi li ha dipinti e pertanto della qualità artistica da cui sono connotati –  creano una breccia empatica immediata in chi li osserva.



Il motivo? I personaggi assumono una postura iconicamente legata alla psicologia del profondo. E’ il caso de “La ragazza con il turbante” o “La ragazza con l’orecchino di perla” di Vermeer, al quale, anni fa è stato dedicato l’omonimo romanzo. L’autrice ha ben colto il valore iconico di quell’immagine, in precedenza conosciuta da un gruppo abbastanza ristretto, quello degli appassionati d’arte, e l’ha rilanciata, attraverso una storia d’amore, nell’immaginario collettivo. La potenza sviluppata da quell’icona si basa sul comportamento della giovane donna, che ruota il collo, spostando il volto quasi all’altezza della spalla, imponendo il massimo grado di angolazione agli occhi per guardare quello che sta dietro di sé e abbandonando poi la pupilla in uno spazio trasognato.


Non sempre, però, è stato un quadro così emblematico. Non siamo a conoscenza del motivo per cui Vermeer lo abbia dipinto intorno al 1665-66, ma è finito nella collezione del suo mecenate per poi essere venduto da suo genero, si è perso e poi è ricomparso dopo 200 anni, quando un collezionista l'ha acquistato per 2 fiorini (poco meno di $ 1) e, solo dopo averlo ripulito, ha scoperto che si trattava di un Vermeer. Alla morte del collezionista nel 1902, fu donato al Mauritshuis a L'Aia, dove si trova esposto da allora. Ora, ovviamente, il suo valore è inestimabile; il Mauritshuis non lo venderebbe mai. In effetti, l'ultimo Vermeer venduto pubblicamente, nel 2004, è stato pagato a una somma di $ 30 milioni e non è neanche lontanamente paragonabile a "Ragazza col turbante".


Girare la testa e portare lo sguardo al massimo punto consentito dalla rotazione dell’occhio non appartiene alla tradizione posturale della donna. Ne rappresenta un’eccezione amorosa, giustificata esclusivamente da un intenso interesse suscitato da chi sta da questa parte del quadro. La ragazza ci guarda come se noi fossimo un amante possibile o un’amica. Questo aspetto è fortemente connotato. Nel passato, infatti, “voltarsi indietro per guardare” non era un comportamento da bon ton. La posizione, pertanto, fa scattare un meccanismo proiettivo di riservata seduzione nella spettatrice – che si identifica con la ragazza che guarda – e rende lo spettatore vigile, poiché la posizione assunta della donna potrebbe significare che egli ha destato nella stessa un interesse, una curiosità, forse sessuale, attraverso un atteggiamento sfrontato, pur se contemperato dalla timidezza e dalla grazia.  La perla all’orecchio risulterebbe poi legata a un’immagine di purezza e di mancanza di provocazione palese.  La perla tende a sottolineare, nella sua immagine lunare, un atteggiamento di femminilità conchiusa e discreta che, insieme ad altri indicatori più profondi, fa pensare all’uomo di essere al cospetto di una possibile donna-moglie.



Ma la bellezza non è sufficiente a sostenere il tipo di attenzione che riceve la "Ragazza con l'orecchino di perla".



La sua seconda caratteristica più seducente è che la ragazza sembra avere un volto familiare. Non sappiamo chi sia, ma sentiamo di conoscerla perché ci guarda con estrema intimità. Scambiamo questo sguardo per familiarità. Alcuni lettori mi hanno riferito che la loro figlia o il loro amico o il loro vicino somigliavano alla ragazza. Ho visto molte donne online vestite come lei. Qualcuno una volta mi ha detto che anch'io sembro quella ragazza e che deve essere il motivo per cui ho scritto del dipinto.



Tuttavia, non sappiamo come sia veramente questa ragazza, nemmeno come siano i suoi capelli o il colore degli occhi. Poiché il viso è rivolto parzialmente verso un lato, non siamo in grado di discernere i suoi lineamenti. La linea del naso si fonde con la guancia, pertanto non possiamo sapere se è largo, sgarbato o tondeggiante. Il suo aspetto è più universale che specifico. In realtà, infatti, il dipinto non è il ritratto di una persona in particolare, ma ciò che gli olandesi chiamavano un "tronie", il profilo di un "tipo" ideale, ad esempio un soldato o un musicista o, come in questo caso, una giovane bellezza.


Inoltre, sappiamo molto poco di Vermeer. Visse tutta la sua vita nella città olandese di Delft. Sposò una donna cattolica e probabilmente si convertì, visse nella casa della suocera ed ebbe 11 figli. Si indebitò diverse volte. Era un mercante d'arte e un artista. E qui si conclude la nostra conoscenza di Vermeer, al di là delle sue opere.



Vermeer realizzò 36 dipinti di cui siamo a conoscenza, molti dei quali raffigurano donne da sole, che svolgono attività quotidiane come versare il latte, scrivere lettere, suonare il liuto. Non abbiamo idea di chi siano queste donne, anche se probabilmente si tratta di membri della sua famiglia. Questo significa che non sappiamo quale sia la relazione tra la ragazza che indossa l'orecchino di perla e il pittore.


L'espressione della ragazza è piacevolmente ambigua. È felice o triste? Ci sta respingendo o desidera guardarci? E cosa intendiamo per "noi"? Ho studiato il dipinto per anni quando un giorno ho pensato: è ovvio che non mi stia guardando in quel modo, non ero lì! Sta guardando il pittore con quello sguardo curioso dagli occhi spalancati. Mi sono chiesta che cosa le abbia fatto Vermeer per farla sembrare così. Quella curiosità mi ha portato a scrivere un romanzo sul dipinto: volevo esplorare il mistero del suo sguardo. Per me, Ragazza col turbante non è né un tronie universale, né un ritratto di una persona specifica. È il ritratto di una relazione. Quando guardiamo il dipinto, c'è una bellezza immediata che ci attira e una familiarità che ci soddisfa. Ma alla fine, è il mistero che ci fa tornare a guardarlo ancora una volta, alla ricerca di risposte che non troviamo mai.


Bellezza, familiarità, mistero. Queste sono le qualità di "Ragazza col turbante" che ne fanno un capolavoro iconico. Il dipinto è come una canzone che termina sul penultimo accordo: siamo attirati a guardarlo di nuovo nella speranza che questa volta si senta l'ultimo accordo, l'opera si risolva da sola, il mistero si dissipi per poter finalmente lasciare la ragazza in pace.


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