
Il Sacrificio di Leonardo Bistolfi
L’ultimo bacio tra il Genio della Libertà ed il soldato.
Leonardo Bistolfi nasce a Casale Monferrato il 15 marzo del 1859 da Giovanni, di professione intagliatore e scultore ligneo, e da Angela Amisano. Ottiene nel 1874 una borsa di studio dal Comune di Casale Monferrato per frequentare l'Accademia di Brera a Milano. È promotore, e in seguito vicepresidente, dell'importantissima Esposizione d'Arte Decorativa Moderna tenutasi a Torino nel 1902, per la quale fornirà anche il disegno del manifesto. Giunge nel 1908 l'incarico, affidatogli "per chiara fama", dal Comune di Bologna per commemorare, con un imponente gruppo marmoreo, il poeta Carducci. L'opera terrà lo scultore impegnato per circa vent'anni. Seguirà poi il gruppo de "Il sacrificio" per il Monumento a Vittorio Emanuele II di Roma. Precedentemente Bistolfi era stato nominato nella commissione per il progetto dell'intera costruzione al monumento ma si era subito dimesso per contrasti sull'impostazione complessiva dell'opera. Eseguirà poi vari bozzetti e parte dei modelli di altre opere ma sopraggiungerà la morte nel settembre del 1933, che gli impedirà di portare a termine i suoi lavori.
Il Sacrificio
Testimonianza dell'ingegno e della creatività di Bistolfi ne è quello che si può considerare a tutti gli effetti il suo capolavoro, una scultura intitolata Il Sacrificio visibile in uno dei monumenti maggiormente significativi di Roma e del nostro paese, vale a dire il Vittoriano. Fra le moltissime opere che adornano il maestoso complesso, opera dell'architetto Giuseppe Sacconi, si può osservare in basso a destra rispetto alla statua equestre di Vittorio Emanuele II questa straordinaria poesia d'amore trasposta in marmo, capace di lasciare lo spettatore senza fiato per la morbidezza delle forme e la delicatezza del gesto. Un soldato, che dal titolo della scultura capiamo aver perso la vita combattendo per la patria, ha desiderato e sognato sino agli ultimi istanti la libertà, la cui figura allegorica si china dolcemente su di lui per dargli un ultimo bacio. Emozionante, struggente, l'opera riesce a raffigurare quell'anelito alla libertà che pervade l'esistenza dell'uomo.
Uno dei temi fondamentali nella produzione di Bistolfi fu sicuramente quello della morte, ma allo stesso tempo del ricordo che diviene eterno. I monumenti funerari che realizzò non sono infatti solamente sepolcri commemorativi, bensì, riprendendo un tema caro a Ugo Foscolo, l'emblema stesso della grandezza delle anime che, anche se non sono più presenti fisicamente, vivranno per sempre grazie al loro esempio. Da ricordare sono la tomba della famiglia Toscanini nel Cimitero Monumentale di Milano, che qui vediamo nella foto, dove riposa il celebre direttore d'orchestra, ed il Monumento a Giosuè Carducci a Bologna, concluso nell'anno 1928 e situato dinanzi alla casa del poeta.
Il capolavoro assoluto di Bistolfi, venuto a mancare nel 1933, rimane però quel bacio, presso l'Altare della Patria a Roma, sospeso eternamente nell'attimo prima dell'incontro tra le labbra, uno dei vertici nell'arte della scultura in epoca contemporanea che non ha nulla da invidiare ad Amore e Psiche di Antonio Canova.

