
L'uomo disperato
Il "maledetto realista", così si descriveva Gustave Courbet, deciso a rappresentare la realtà in ogni suo aspetto, indipendentemente dall'orrore che può provocare.
Quest'oggi la Bottega vi porta nel capolavoro di Gustave Courbet: un volto impaurito, una sepoltura a Ornans, una processione di persone in lutto è appena arrivata in un cimitero di un villaggio nelle montagne del Giura, nella Francia orientale. Sono riuniti, questi muti dal volto cupo, sotto un cielo cupo, sotto scogliere proibitive, in una fossa appena scavata che sembra aprire un buco nel fondo dell'immensa tela larga quasi 7 metri. Quando, nel 1851, Courbet mostrò questa e altre scene rurali alla mostra del Salon di Parigi - un evento affollato, pubblico e determinante per la carriera - la sua arte fu acclamata e aborrita per quella che era vista come la sua offensiva concretezza, il suo "realismo". Dopo più di 150 anni, può ancora darti un grande shock.
Questa sbalorditiva retrospettiva rivela che Courbet - nato a Ornans nel 1819 e morto, esule politico in Svizzera, nel 1877 - è il Caravaggio francese, un affascinante pittore di sesso e morte. Il suo pennello sensuale afferra tutto nel mondo materiale, cerca persino di catturare l'acqua mentre scorre via. Dalla prima sala con la sua serie di autoritratti in cui il giovane Courbet cerca di capire chi sia: un pallido violoncellista o un soldato ferito? La sua arte ha una rara immediatezza umana. Finisci per concordare con il suo contemporaneo che diceva di aver prodotto capolavori semplicemente come un melo produce mele.
Un uomo ossessionato dalla realtà e dal realismo; gli occhi neri sgranati per una visione fin troppo definita della cruda, banale e forse orrorifica realtà. Un atteggiamento distaccato del poeta da ciò che lo circonda e che si ritrova a descrivere, senza soggetti mitologici o biblici, ma unicamente l’esistenza tangibile e percepibile. La libertà è palese in tutta l’opera: dalla barba e i baffi disordinati, alle ciocche scompigliate che si distribuiscono intorno al viso; fino alle gote eccessivamente rosse, come se volessero urlare: sono ubriaco! forse volendo essere la rappresentazione di una delle sue reali ubriacature; oppure all’estremo opposto, il viso di un uomo appena alzato dal letto dopo una lunga notte di sonno.
I tendini visibili, le vene del collo percepibili e le maniche sgualcite, un’immagine che diventa quasi teatrale, eccessiva, come se i suoi movimenti e le sue emozioni fossero volutamente accentuate per farle percepire al più lontano dei suoi spettatori. L’immagine di un disperato, solo nell’aspetto però, che si guarda allo specchio. Non ci è dato sapere se sia realmente spaventato da qualcosa, o se questa espressione sia dovuta invece ad un’attenta e profonda analisi interiore che l’autore fa di sé. Decide di rappresentarsi con una pacata, anche se non troppo velata, autoironia, esasperando la rappresentazioni di alcuni caratteri, allontanandosi dalle consuete pose utilizzate per gli autoritratti, mostrando la sua parte umana fin quasi a sfidare le rigidità imposte allora ad un’artista. La disperazione, dunque, diviene emblema del tentativo di un’uomo di guardarsi allo specchio e compiere un lungo viaggio dentro se stesso, ricollegando pensieri e opinioni, per poi imprimerli su una tela bianca.
Se è inquietante, questo dipinto ti lascia, chiedendoti, chi fosse veramente quest'uomo. Chi poteva creare, nel 1866, un'immagine così astrattamente preoccupante? Dipinto per la collezione privata di un diplomatico turco, è qui esposto insieme all'innocente paesaggio innevato che lo nascondeva e ad una più suggestiva "copertura" dipinta dal surrealista André Masson.
Follia e disperazione infestano la calma glaciale del quadro di Courbet. Lo ha dipinto come figlio e fratello di alcune delle persone in questa folla, a casa da Parigi dove viveva un'esistenza bohémien con amici, tra cui il critico d'arte e poeta Charles Baudelaire. Tra i progetti di Baudelaire c'era un saggio su Edgar Allan Poe, che predice un terrore come questo nel suo racconto: "L'uomo della folla".
